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28 | introduzione |
senza che serve ai re di Persia; così era la gran sala di Versailles, delicata anfora d’oro e di cristallo contenente la sostanza di una vegetazione umana».
La Reggenza che era stata proclamata alla morte di Luigi XIV nel 1715, trovandosi ancora infante il futuro Luigi XV, pose a capo di quella Corte Filippo di Francia duca d’Orléans, che per ingegno, per cultura, per spirito, diede molto a sperare di sè nei primi anni e seppe durante la minore età del suo pupillo conservare la pace nel regno in mezzo alle violenti discordie dei partiti, ma che circondato da cattivi compagni si abbandonò alle maggiori dissolutezze affidando il suo nome, più che alla storia, alle cronache galanti onde il secolo doveva essere così ricco. Era intorno a lui che si aggruppavano la Tencin, la Du Deffant, la Parabère — quanto dire la malvagità, l’egoismo, la lussuria rappresentate nella forma di tre belle donne — e invano la principessa madre, la buona principessa Palatina, che aveva la faccia e il contegno di un guardaportone, se ne affliggeva lagnandosi nelle sue lettere intime ai parenti. Quale