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introduzione 25


geva più versi, la qual cosa però non impediva che tutti ne facessero a profusione. E di scrittrici pure e di poetesse ve n’era una caterva, fra cui una certa signora du Bocage pubblicò un poema ornandolo del proprio ritratto col motto modesto: Forma Venus, arte Minerva; e si ebbe anche allora una agitazione femminista, si fondarono società e vi furono congressi di donne.

Dei pittori celebri che la signora Geoffrin accoglieva ai suoi pranzi del lunedì abbiamo sott’occhio brevi monografie che non ci sarebbe difficile sostituire con nomi moderni: «Carlo Vanloo, rinomato specialmente per la bellezza del colorito, possedeva tutto il talento che un pittore può avere senza il genio. Vernet era ammirabile nell’arte di dipingere l’acqua e la luce. Latour, pieno di entusiasmo si trovava umiliato quando gli parlavano di pittura e il suo entusiasmo lo impiegava a filosofare per dritto e per traverso.

Infine Boucher, debole di colore, aveva del fuoco nella immaginazione, ma pochissima verità e nobiltà ancor meno.... il n’avait pas va les Gràces en bon lieu» — precisamente come qualcuno dei moderni.