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246 la contessa di genlis


Conosco un aneddoto che somiglia a questo interessante casetto. Due signore, madre e figlia, reduci dal viaggio d’Italia, parlavano delle cose vedute. Alla parola Roma la madre interroga: «Siamo state noi a Roma?» — «Come, mamma, non ti ricordi?» esclama la figlia scandalizzata. «No», ripete la degna signora — e allora la figlia colpita da un lampo di intelligenza, soggiunge: «Ma sì, mamma, Roma è quella città dove abbiamo comperate quelle calze di seta, sai?» Allora la mamma ricordò Roma.

Ultima ascesa della parabola, la contessa di Genlis diventa, grazie alle sue pubblicazioni pedagogiche, ed alla protezione particolare del Principe, governante dei principini d’Orléans. È ben vero che in questo frattempo, per la morte del fratello, il conte di Genlis assurge al titolo di capo «della famiglia, ed avendo ereditato i beni e il maniero de’ suoi antenati, desidera non solo, ma deve stabilirvisi per attendere agli interessi imperiori e supplica ancora la moglie di essergli compagna. Ma