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la contessa di genlis 237

non conosceva l’ammonimento profondo del poeta:

Fuggi costei; troppo giocondi ha gli occhi
Per affidarti ch’ella possa al pianto,
Quando fosse, educarli!

Ma Genlis era cadetto; la sua famiglia ricca e potente vagheggiava ben altre nozze e si oppose alla sua inclinazione. Un’altra fanciulla che non fosse nata colla fortuna della signorina Ducrest lo avrebbe perduto. Ella no. Genlis resiste, lotta, vince: la sposa una bella sera di punto in bianco e annuncia alla sua famiglia il fatto compiuto.

Ecco dunque la nostra eroina diventata contessa di Genlis.

È uscita dalla miseria della propria condizione, dalla frivolezza della compagnia materna, dalle incertezze dell’adolescenza; ha acquistato in un colpo solo l’amore di un uomo elevato per nascita e per carattere, un nome, un titolo, una casa propria, quel nido sospirato dove le belle anime femminili posano, raccogliendosi nella grandezza misteriosa ed oscura della loro missione, del loro apostolato sulla terra. Che fa allora la contessa di Genlis?