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e la contessa d’houdetôt 225


fetto che gli produceva la di lei bellezza, non si peritò ad esclamare: «Ah! se non avessi che ottant’anni!....»

Organicamente delicata, i dispiaceri nei quali fu sempre involta e la progressiva decadenza della sua famiglia ridussero invece Luisa a cinquantanni quasi inferma. Divisa legalmente dal marito, venduto dai creditori il palazzo della via Sant’Onorato, venduta pure la sontuosa villeggiatura della Chevrette, si ridusse a vivere modestamente in alloggi da affitto, fedelmente seguita da Grimm, che le fu sostegno, aiuto, conforto fino all’ultimo de’ suoi giorni; e questo affetto, nato da un cavalleresco sentimento di difesa, rimasto saldo fra le poche attrattive delle malattie continue, diede un carattere di serietà alla seconda parte della sua vita, dove ebbe pure una benefica influenza la figlia che, maritata al visconte di Belsunce, doveva rivelarle, conforto estremo della vecchiaia, le gioie dell’essere nonna. Per la figlia di sua figlia, per la piccola Emilia, la signora d’Épinay scrisse un libro, che venne premiato dell’Academia di Francia e che fu molto letto, molto lodato.