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222 la signora d’épinay


tribuirono a circondarla di pensieri più gravi, per cui i consigli di Grimm le riuscivano preziosi.

Rousseau, dopo il vergognoso pettegolezzo suscitato, continuando ad abitare l’Eremitaggio, aveva conservato colla d’Épinay i rapporti di una amicizia la cui base era irrimediabilmente scalzata; amicizia amara, piena di diffidenza e di rancori, sui quali la d’Épinay, sempre indulgente, versava il balsamo di un grande compatimento, giudicandolo più che perverso, ammalato, ed usandogli i riguardi di una persona sana verso un infermo. E doveva anche questa volta sbagliarsi; doveva riconoscere quanto fosse stata più saggia la d’Houdetót rompendo decisamente la relazione con un i uomo che aveva il triste privilegio di guastare tutte le sue amicizie a furia di diffidenze e di sospetti. Questi sospetti e queste diffidenze malamente sopite rinacquero a proposito di un viaggio che Luisa decise di fare a Ginevra per avere un consulto dal celebre dottor Tronchin ed in proposito i del quale ebbe la storditezza di invitarlo a compagno. Diderot, certo innocentemente, credette di appoggiare un tale progetto dimostrando a Gian