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e la contessa d’houdetôt 215


pagnia di Galiani e della cara Mimi, e sperò di trovarne con Rousseau, che le era stato presentato da Francueil, ma che le fu occasione di grandi dolori. La signora Geoffrin, sua vicina di casa, avrebbe potuto offrirle buona compagnia e ottimi consigli, ma non vi fu mai simpatia fra loro due e si capisce. Ella era invece amica della signora della Popelinière, la stessa forse che aveva levato gran rumore sotto la Reggenza per il caminetto mobile che si era scoperto nella sua camera confinante col palazzo del duca di Richelieu, e in casa di questa signora, le fu, da Rousseau questa volta, presentato il barone Grimm; un tedesco di Ratisbona, nobile senza mezzi di fortuna, ma provveduto di eccellenti studi e che era venuto a Parigi in qualità di precettore del conte di Schoenberg. Intelligenza fine, chiara, molto retta, di carattere chiuso e freddo, portato alla solitudine, inesperto della lingua francese che parlava col suo accento teutonico, egli non era fatto per brillare nelle società, ma per essere apprezzato piuttosto da un numero ristretto di amici. Si strinse subito infatti coi filosofi e scrittori della Enciclopedia, fra