perfetto, ad ognuno di quei talenti graziosi che sono tanto apprezzati in società, non dovette durare molta fatica a vincere gli scrupoli di una donnina che il marito trascurava in un modo ignominioso e che non aveva in se stessa la resistenza di una Penelope. Fu alla Chevrette, recitando insieme, ripassando musica, contemplando i boschi, dissertando sull’amore, timido dapprima e rispettoso, gradatamente audace e sempre perfetto gentiluomo, che il signor Dupin Francueil1 riuscì a prendere completo possesso di quel povero essere debole e infranto. Ma il signor Francueil era fatuo, donnaiuolo; aveva moglie e doveva poi, rimasto vedovo, prenderne una seconda a sessantanni suonati, ciò senza pregiudizio delle amanti.
Luisa tenne nelle sue conquiste, un posto numerico e nulla più. Quantunque da tale relazione nascesse un figlio, il vagheggino effimero, preso da novella esca, dopo tre anni si stancò della d’Épinay, ed ella rimpianse forse l'inutile sacrificio della sua onestà di moglie, trovandosi come
- ↑ Nonno di Aurora Lucilla Dupin, più conosciuta sotto il nome di Giorgio Sand.