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184 | la signora geoffrin |
do son sola, ciò che è raro. Pranzo tutti i giorni col re, faccio delle visite al dopo pranzo, assisto a qualche spettacolo e rincaso alle dieci; bevo la mia acqua calda e mi corico. Il giorno dopo ricomincio la stessa cosa. Mangio così poco a questi grandi pranzi, che sono spesso obbligata a bere una terza tazza d’acqua per acchetare la fame. Devo alla severità di questo regime la mia buona salute; gli sarò fedele fin che vivo».
Il soggiorno della signora Geoffrin a Varsavia durò tre mesi, durante i quali, se ebbe parecchie soddisfazioni non mancò di urtare in qualche disinganno. Il regno di suo figlio, povero regno, dilaniato da discordie intestine, da antichi pregiudizi, dalla tirannia dei nobili e dalla miseria del popolo, visto e studiato da vicino, dissipò molti dei castelli in aria che ella vi aveva fabbricati, onde t* lecito supporre che il distacco da Stanislao le fosse addolcito dalla prospettiva del ritorno nella sua pacifica via di Sant’Onorato, tra i vecchi amici che l’attendevano colle braccia aperte. Infatti, rimesso il piede nella sua casa, parve che nulla fosse mai stato commutato. I commen-