Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la signora geoffrin | 175 |
bisognosi. In quella solitudine del giorno santo maturava i suoi piani di beneficenza; i bambini che fece allevare a sue spese, i vecchi amici che raccolse nella sua stessa casa per poterli assistere meglio, tutti i mezzi ingegnosi e delicati coi quali veniva in aiuto degli artisti poveri e delle loro famiglie, per cui si può dire che metà de’ suol redditi passava In beneficenze.
Incerta era fra i contemporanei la somma precisa delle sostanze che andavano ad alimentare tante opere di misericordia, mantenendo nello stesso tempo il decoro di una casa che aveva dieci persone di servizio e mensa quasi sempre aperta; ma dalle note precise conservate nella famiglia degli eredi risultò un reddito di cento cinquanta mila lire, sul quale doveva pure essere prelevala la dote della figlia. Questa figlia aveva sposato a diciotto anni il marchese della Ferté-Imbault, ma rimasta vedova quasi subito non si rimaritò e visse sempre nella casa paterna, più o meno in armonia colla madre. Le due donne non si somigliavano affatto: la marchesa aveva una vivacità di carattere spesso inconsiderata, turbolenta, bizzarra, che urtava trop-