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la signora geoffrin | 169 |
Non avendo concesso nulla alla passione propriamente detta, ella non portò nelle amicizie intellettuali gli avanzi di un cuore corrotto e logoro a somiglianza della Tencin e della Du Deffant, o gli strascichi sanguinosi delle ferite d’amore come madamigella Lespinasse. Tutto ciò che vi era in lei di intelligenza e di sentimento, nobile ambizione, bisogno d’affetto, bisogno sopratutto di darsi di prodigarsi, questo bisogno sommamente femmine che non aveva trovato il solito varco comune a tutte le donne, capitalizzò, per modo di dire, fondi e interessi, onde ella potè offrire, quando le parve di avere finalmente trovata la sua strada, un cuore vergine e delle forze intatte.
Che la signora Geoffrin guidasse il movimento del suo salotto anzichè lasciarsene guidare o sopraffare, risulta dalla sua fermezza nel respingere alcune persone che non erano di suo genio per quanto onorate o stimate o potenti, come il maresciallo di Richelieu e come Federico il Grande, di cui non volle mai saperne. Risulta pure dal bilancio delle sue finanze ch’ella seppe conservare intangibile, in mezzo a tutti i pranzi, i ricevimenti