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la signora geoffrin 157


creduto di dover uscire dal fondo tranquillo e monotono dove sembrava averla relegata la sorte.

Quando i grandi del tempo la avvicinarono e che il suo salotto a poco a poco divenne il centro di tutto ciò che racchiudeva allora Parigi in fatto di ingegno, di posizione e di fortuna, ella era già sul declinare degli anni; è quindi naturale che nella impressione dei più, di coloro principalmente che devono fissare il di lei nome nelle cronache mondane, ella sia rimasta sotto l’aspetto meno fortunato in rapporto di una bellezza appassita già nell’ombra. E non tocca nemmeno a noi rimpiangere un tesoro di cui ella stessa non seppe che farsene, che lasciò sfiorire naturalmente come le rose nei boschi, senza usare nessuna di quelle arti che la vanità femminile suggerisce al limite dell’età ingrata.

Questa mancanza dell’elemento sensuale nei trionfi della signora Geoffrin è assai interessante, molto più se la si confronta colle sue coetanee celebri, nessuna esclusa, le quali vissero tutte di passione, di galanteria o di libertinaggio e qualcuna delle tre cose contemporaneamente. Si potrebbe an-