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152 | la signora geoffrin |
scopo che non sia quello di allevare delle scimmie sapienti. Non le insegnava a scrivere, è vero, ma la faceva leggere molto spiegandole ogni lettura.
E le insegnava a pensare, a ragionare, a formarsi dei criteri lucidi e positivi sulle persone e sulle cose. Incoraggiandola a confidarsi in lei, le era facile guidarla, rettificando le sue incertezze e i suoi errori, per cui l’allieva non aveva nulla da nascondere ad una così tenera educatrice. L’educazione per tal modo era continua ed invisibile, lieve nella forma, penetrante nello spirito, riproducendo quasi sull’organismo morale l’azione che ha il sangue sopra tutti i tessuti del nostro corpo.
Il punto di partenza di questa oscura borghese del secolo passato non è molto dissimile da quello che Rousseau più tardi, e più tardi ancora Spencer dovevano sviluppare in teorie ed in sistemi destinati a procurar loro la gloria pubblica; ma resterà sempre a base di ciascuna di queste glorie l’ignoto germe che una donna di semplice buon senso trasmette prima col sangue e poi col lento assorbimento di ogni i giorno, di ogni ora, in parole, in silenzi, in esempi alle generazioni uscite dal suo grembo.