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la marchesa du deffant |
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morte di suo marito, del quale si assunse di pagare i debiti, si ritrasse a vita modestissima nel convento delle Récollettes a Parigi portando con sè quattro appena delle sue persone di servizio. Ma anche decaduto dalle antiche ricchezze e nello sfasciamento di tutto quanto la circondava, uomini e idee, l’abate Barthélemy seppe provarle che una vera amicizia è ancora fra i beni della sorte il meno caduco. Solo ammesso a visitarla nel ritiro ch’ella si era scelto, quando nei giorni del Terrore fu anch’esso imprigionato e condotto in quelle segrete dalle quali non si usciva che per andare al patibolo, la duchessa di Choiseul, che gli anni e le sventure avevano più ancora spiritualizzata quasi a farne una creatura di sogno, lei così fine e così fragile, ebbe il coraggio di presentarsi ai giudici e di ottenerne la libertà. Una lettera dell’abate alla duchessa in data d’allora termina con queste parole: «regardez à vos pieds, vous m’y trouverez toujours». Nella loro forma di madrigale esse chiudono la vitalità potente di un sentimento rimasto puro fra la generale corruttela, non in tutto dis-