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la marchesa du deffant 139


numero dei coperti da doversi ordinare a cena, riscontrava spesso quaranta o cinquanta persone. Ospitalità veramente regale, degna delle tradizioni fastose dei Choiseul e causa della loro rovina. Chi sa quanti domestici ’disimpegnavano il servizio nel castello a giudicarne da una frase della duchessa, che, parlando di febbri dominanti, accusa di. avere ammalati cinquanta dei suoi servitori! Vita larga, allegra, spensierata, dove gli scherzi puerili si alternavano alle discussioni filosofiche, prese alla leggera anche quelle come appunto era leggera l’anima dei nostri padri; ed è una impressione profondamente tragica l’udire qualche volta, a rari intervalli e fioca come di eco troppo lontana, la voce della miseria aggirantesi quale lupa randagia nelle campagne, attenta e vendicativa. Nessuna società si è scavata più allegramente la fossa, nè tante rose prosciolse sopra quelle zolle che dovevano così presto rosseggiare del suo sangue.

Bella, delicata figura, nella magnifica cornice del castello di Chanteloup, è la duchessa; una donnina esile, fragile come quei Sèvres che sembrano personificare tutte le grazie e le debolezze del se-