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la marchesa du deffant 129


ritabile, sempre in preda al malcontento, ai rimpianti e ad una noia invincibile che ella paragonava al verme solitario, il quale ingoia tutti gli alimenti che entrano nel corpo di chi lo possiede stornandoli a suo profitto. La noia la divorava veramente a guisa di un enorme parassita che avesse dentro di sè. Fu in quel torno che ella prese la risoluzione di abbandonare Parigi e di ritirarsi nel castello di Chamrond presso il conte di Vichy suo fratello, ma le mancavano assolutamente i requisiti che abbelliscono la solitudine. Vi stette un anno, se ne stancò e volle ritornare a Parigi, conducendo seco la Lespinasse come damigella di compagnia.

Sono note ai lettori di questo volume le controversie che determinarono, dopo parecchi anni di convivenza, la separazione delle due donne, la gelosia della vecchia marchesa, le rivolte della Lespinasse ed il conseguente allontanamento traendosi seco d’Alembert. Questo fu il colpo di grazia per la Du Deffant, che dovette rinunciare così ad uno dei più vecchi amici, a colui che poteva credere il più sicuro. Era allora perfettamente cieca,