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la marchesa du deffant 127


dita i tavolini del trictrac, del faraone, del biribl Là marchesa confessa in una sua lettera di avere avuto per tre mesi appena la passione del giuoco; ma se non passione, certo conservò l'abitudine dalla quale era quasi impossibile liberarsi colla frenesia di giuoco che dominava l’aristocrazia, per cui ogni palazzo sembrava convertito in una bisca e gli stessi principi del sangue tenevano pubblicamente giuochi d’azzardo. Sotto questo rapporto, che non è il solo, la signora Geoffrin seppe dare ai suoi ricevimenti una nota più alta e più intellettuale, per quanto parlando di lei la marchesa non nascondesse il suo disprezzo alla borghesuccia venuta dal nulla e la chiamasse sdegnosamente omelette au lard.

Senza dubbio nel salotto della Du Deffant, che era vissuta molto alla Corte, si conservava una tradizione di modi e di linguaggio, quelle sfumature, quel non so che di imprecisabile e di distinto che si sarebbe cercato invano nel salotto della Geoffrin; e, per verità, quantunque avessero molte relazioni in comune, gli intimi dell’una non furono mai intimi dell’altra. Hénault, che applicava forse