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126 | la marchesa du deffant |
cisamcnte in casa sua che d’Aydie conobbe madamigella Aïssé stessa, così diversa d’animo e di costumi, le era grande amica; e Pont de Veyle, figlio del signor Ferriol, cresciuto insieme a madamigella Aïssé, tutta una catena di seconde parti che al pali delle avemarie di un rosario tengono uniti i grossi paternoster e completano il movimento un po’ pettegolo, ma così vivace e così tipico, di quella società dove le cene si succedevano alle cene; per cui un gran da fare delle dame e dei cavalieri era quello di andare a mangiare in casa altrui, quasi tutti i giorni della settimana ed una seria preoccupazione degli Anfitrioni, onde per essa mostravano particolarmente il loro tatto, quello di riunire persone affiatate tra loro e simpatizzanti. Tutti gli epistolari dell’epoca rigurgitavano d’inviti a cena. Si ha una impressione costante di tovaglie damascate, di argenteria scintillante fra i cristalli di Baccarat, e ci par di vedere i servitori, quei vecchi servitori che nascevano e morivano in una famiglia, circolare sorridenti ed ossequiosi coi larghi piatti colmi di vivande.
Dopo la cena, il giuoco; dopo la tavola imban-