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madamigella lespinasse 113


suti quasi insieme, andò ad occupare al Louvre l’alloggio che gli spettava quale segretario perpetuo dell’Accademia e vi languì sette anni prima di andare a raggiungerla. Marmontel ci ha lasciato un documento di quello che fosse la sua vita allora: «Egli non va a stancare col suo lutto una società insofferente di tutto ciò che rattrista, ma riunisce intorno a sè pochi amici degni di comanpiagerlo e non ha l’orgoglio di temere la loro pietà. Sempre nemico del fasto, non ha nemmeno quello del dolore, però non vediamo più in lui quella vivace allegria che gli era così naturale. È ora una dolcezza che sorride amaramente quantunque sorrida ancora».

Per poco tempo gli rimase il malinconico conforto di andare a parlare della perduta amica a quell’altra amica sua da trent’anni, la signora Geoffrin, che, buona e compassionevole come era, lo consolava certamente meglio che non facesse Federico II colle sue lettere lambiccate. Ma nello stesso anno perdeva anche lei e solo gli austeri conforti della scienza dovevano sostenerne la vecchiaia solitaria.