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madamigella lespinasse | 103 |
ella era stata infedele a così tenero amante, e la morte improvvisa di lui appena toccò il suolo francese, doveva impressionarla come una oscura minaccia, come il principio di un lungo castigo.
Qualunque sieno le circostanze attenuanti che si possono invocare per iscusarla, circostanze di temperamento, di ambiente, di occasione, l’impazienza della Lespinasse dimostra troppo che i suoi ardori si portavano più sul soggetto che sull’oggetto, più sull’amore che sull’amante.
Se Mora era assente, il colonnello Guibert era presente ed era esso pure giovane, bello spiritoso, galante, cinto della doppia aureola di gloria militare e di gloria letteraria, reso celebre nei salotti parigini per un libro che aveva fatto furore (Essai sur la tactique). Si era egli almeno innamorato sinceramente e spontaneamente come il povero Mora? È lecito dubitarne. Freddo, vano, innebriato della rapida gloria, cedette a un movimento di gagalanteria, forse a un capriccio o ad una curiosità davanti a quella donna di trentotto anni che non era mai stata bella ma che aveva intorno a sè come una atmosfera di passione; e in un giorno d’e-