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98 madamigella lespinasse


non si poteva dire precisamente che fosse spiritosa o vivace, o dolce, o nobile, o fine, o graziosa; elogio questo che rimpicciolisce la persona che si vuol lodare, perchè quando un volto ha un’espressione invariabile, questa è piuttosto il risultato della sua conformazione che non ciò che si intende per vera fisionomia. La fisionomia viene dall’interno, nasce dal pensiero, è mobile e fuggitiva, sfugge all’occhio e inganna il pennello. Oh! chi non ebbe la fortuna di vivere nella sua intimità, in quella delle sue affezioni e della sua confidenza, non può sapere che cosa sia fisionomia!»

Da questo complesso appare che nella Lespinasse, come in tutte le donne veramente interessanti, la espressione dominava la linea e la luce interna assorbiva, distruggendolo, ciò che vi era di imperfetto nelle proporzioni. Del resto, se essere bella per una donna equivale a piacere, ella non dovette mai accorgersi di essere brutta, e questa medesima mancanza di un disegno che ne precisi le linee accresce la suggestione di una faccia che la passione doveva dominare per intero fino a trasformarla volta per volta secondo il desiderio dell’uo-