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cosa. Egli era osservatore nel cerchio delle cose che lo interessavano e di ogni osservazione sapeva trar profitto.

Il suo ingegno positivo, quasi senza calcolo da parte sua, lo conduceva invariabilmente all’applicazione utile; e l’utile per lui non era solo il guadagno materiale, ma tutte le conquiste che un essere pensante può fare nel campo della vita.

Egli aveva la facoltà rara di educarsi da se; di tendere con slancio continuato al proprio miglioramento. C'era nel suo essere morale la forza occulta e potente di una leva che agisce con precisione matematica. Inoltre amava ciò che è bene di fare, ciò che per altri sarebbe stato noioso e pesante.

All’aria ed al sole della strada maestra, quando nella lunga abitudine il cavallo trovava da sè gli svolti, Giovanni non si addormentava nel fondo del biroccio; un libro per leggere, una matita per far conti si trovavano sempre in una delle sue tasche ed egli non mancava di approfittarne. L’impiego intelligente del tempo gli accumulava a poco a poco una ricchezza di cognizioni e di ammaestramenti che nella scatola ben costrutta del suo