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Fratello e sorella andavano perfettamente d’accordo. C’era da una parte e dall’altra, oltre la tenerezza di due rampolli del medesimo ceppo che si trovano riuniti nella lotta per l’esistenza, una stima profonda che per Chiarina assumeva la compiacenza di una protezione materna, per Giovanni la deferenza rispettosa di un figlio.

— Se fossero miei — rispose Giovanni senza esitare — saprei subito che cosa farne.

— Dillo.

— Metterei qualche cosa nella nostra bottega.

— E perchè no? — rispose Chiarina.

— Non voglio arrischiare il tuo denaro — concluse Giovanni con serietà.

Per quel giorno non si spiegarono altro. Chiarina chiuse il suo tesoro nel cassettone aspettando di poter riflettere sulla proposta di Giovanni, quantunque in cuor suo già disposta a secondarlo. Ed eccola entrata calma e sicura nella nuova fase della sua vita, passare le giornate nella botteguccia, le notti alla Villa; e dividere le ore d’ozio fra quelle che essa chiamava le sue tombe: la fossa della signora Firmiani e la casetta de’ suoi genitori.