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tirandosi dalla finestra Chiarina si fermava quasi sempre davanti al busto velato della defunta signora Firmiani. Come gli assomigliava! Gli stessi capelli largamente ondulati, la stessa fronte, gli stessi occhi pensosi, la stessa bocca breve e malinconica che mal sapeva il riso. In questa contemplazione Chiarina si sentiva languire di dolcezza e di spasimo.

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Ma che orribili feste di Natale! Tutta la famiglia riunita intorno alla nonna ammalata vedeva la cara vecchierella scemare di giorno in giorno. La paralisi stava per raggiungere il cuore. Chiarina allora non si coricò più, accovacciata come un cane fedele presso il letto dell’inferma, prevedendo ogni suo desiderio: ed ella, la signora Firmiani, cercava sempre la mano di Chiarina come quella di una figlia prediletta. Fu tra le sue braccia che spirò serenamente nei primi giorni dell’anno, quasi senza dolore.