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tempo in attesa di un impiego migliore, e andando innanzi e indietro, vedendo persone, studiando casi, si impratichiva dei negozi che continuavano ad essere la sua vera vocazione. Giovanni dunque col carretto e col cavalluccio del suo principale fece presto a sgombrare la casa, aiutato da Chiarina, la quale sollevava le masserizie portandole sulle proprie braccia colla delicatezza timorosa di una madre che tiene l’infante.
Sul luogo dove trasportare i pochi mobili si erano subito trovati d’accordo, perchè essendo morto quell’anno Matteo lo Strambo, Giovanni propose di prendere in affitto il suo bugigattolo che ebbe per poche decine di lire e con altre dieci ottenne una cameretta attigua. Egli aveva un’idea che comunicò schiettamente alla sorella. Il bugigattolo nero e fumoso del vecchio Matteo doveva trasformarsi in una bella botteguccia. Egli vi avrebbe accumulato man mano qualche po’ di mercanzia, secondo l’onda della fortuna, e vi avrebbe atteso nei giorni che non viaggiava piantando il suo letto nella cameretta attigua per non essere più a carico d’altri. L’idea parve buona e pratica. I signori Firmiani l’incoraggiarono