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memoria di un diletto estinto. Di giorno no, perchè non amava farsi vedere dalla gente; ma alla sera prima di coricarsi prese l’abitudine di andare a fare un giro intorno a quella che non poteva disabituarsi di chiamare la sua casa.

Freddo, neve, raffiche impetuose non la trattenevano. La cuoca, che la udiva aprire pian pianino il cancello, pensava: «Va a trovare i suoi poveri morti». Era infatti tutto il suo passato morto che Chiarina amava nella piccola casa dietro i pioppi. Ella lo ritrovava immutato ad ogni passo, sotto ogni fronda, in ogni cantuccio che ella aveva percorso, dove aveva giuocato, riso, sognato negli anni belli della sua infanzia. Gli stranieri che stavano per venire a prenderne il possesso, capirebbero mai quel che dicono i pioppi stormendo infaticabilmente di contro al cielo?

Convenne affrettarsi a ritirare i mobili: Giovanni (non lo chiamavano più Giovannino, tanto il suo senno lo faceva credere di età maggiore a quel che era realmente), terminate le classi elementari, aiutava il carrettiere del paese e lo sostituiva nei piccoli viaggi quando egli era assente. Diceva di occupare così il