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— Vieni qui, siediti. Sai che la casa è venduta?

Parve a Chiarina di aver ricevuto una mazzata sulla testa; la vista le si oscurò e per qualche istante credette che tutto girasse intorno a lei. La buona signora le prese una mano carezzandola:

— Coraggio, mia cara. Credi che se fosse stato possibile ti avremmo risparmiato questo dolore; ma i debiti erano troppi.

— Lo so, lo so.

Mormorando queste parole Chiarina diede fuori in uno scoppio di pianto. Fu come se avesse levato la diga a chi sa quante amarezze accumulate da lungo tempo. Pianse dirottamente senza freno, sotto gli sguardi pieni di compassione della signora Firmiani che seguitava a dirle:

— Fa cuore... dàtti pace... la tua casa oramai è qui; sai che non ti abbandoneremo.

— La mia mamma, la mia mamma! — gemeva Chiarina in mezzo alle lagrime.

— Sì, poveretta, pensa alla tua mamma. Offri questo sacrificio alla sua memoria, per il bene de’ tuoi fratelli. Oramai potete andare in tutto il mondo colla testa alta che non c’è