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chiolanti del mattino; Enzo tagliando l’aria a qualche passo di distanza con una verghetta di salice. Non dissero una sola parola in tutto il tragitto e non accadde nulla di particolare, eppure parve quello a Chiarina un tragitto meraviglioso.

Alla fontana, poichè erano andati in molti quel giorno ad attingere, trovarono le pietre bagnate, tanto che si scivolava solo a mettervi il piede.

— Dà a me la bottiglia — disse Enzo.

— No no no — soggiunse Chiarina precipitando l’uno sull’altro i monosillabi — non permetterò mai. Si bagnerebbe.

— E tu non ti bagni?

— È un’altra cosa. Io sono abituata.

Ma tremava tanto ed era visibilmente così poco in equilibrio sulle pietre viscide che ad un certo momento Enzo le prese il braccio perchè non cadesse; nè ella seppe poi mai in qual modo la bottiglia riuscisse piena.

Nel ritorno vi erano certamente molte lucciole nell’erba, poichè la notte era caduta tiepida e molle; ma Chiarina vedeva lucciole dappertutto e fu un miracolo se tenne la bottiglia ritta.