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l’amore. Oh! oh! diventi rossa? È bello anche a fare all’amore, sai?
Chiarina non l’ode più. Corre a traverso il prato inseguita dal vento che le reca ancora il fruscio dei pioppi: Chiarina! Chiarina! Sono essi che la salutano con un’ultima carezza. Quando è giunta presso alla Villa si volta indietro a guardare. In lontananza bianchi e lucenti, colla punta d’oro che il sole accende sulle loro cime, i pioppi le appaiono quali alti ceri accompagnanti una preghiera. Chiarina! Chiarina! È il suo nome che portano in alto ed ella vola rotta come il vento, lieve come le foglie, ardente come un raggio.
Nel cortile della Villa una carrozza è ferma e un giovinetto in piedi presso al cavallo gli liscia la groppa con una mano, mentre coll’altra gli dà un pezzettino di zucchero. Chiarina si arresta di botto.
— Ebbene, Chiarina, non mi riconosci?
— Oh! signor Enzo!
— Di’ il vero che non mi hai riconosciuto.
— Proprio.
— E perché?
Chiarina non risponde. Il perchè non lo sa nemmeno lei, ma trema, presa da una commozione singolare. Dice invece.