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— Lasciare il letto a mattino appena fatto per accendere il fuoco, portare piatti in giro e lavarli e tornare a portarli in giro per lavarli ancora, così, fino a sera, tutto l’anno, capirai che non è un divertimento. E Virginia qua! E Virginia là! E guai se rido e scherzo cogli avventori... Auff!
— Starai a casa allora?
— Peggio. Mia madre mi appioppa i miei sette fratelli da curare, imboccare, vestire, ripulire... E poi, figurati, non vuole che mi faccia i ricci.
Ebbe un’altra pausa. Sollevò gli occhioni scintillanti, rise e disse brevemente con accento secco:
— Vado a fare l’operaia.
— Dove?
— A Milano.
— Operaia di che?
— Non so ancora e non me ne importa. Qualunque.
Come una vaga sensazione di disgusto apparve sul volto ingenuo di Chiarina. Virginia replicò:
— È bello, sai, fare l’operaia! Almeno, terminate le ore di lavoro, si è liberi Si esce tutti insieme, si chiacchiera, ci si diverte.... si fa al-