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di non potersi muovere dalla loggia; ma oltre il prato, verso il villaggio, le appare la casa dei signori Firmiani che è pure tanta parte del suo paesaggio nativo e si affretta a rinchiudere la finestra, sollecita verso i suoi doveri.

Sulla porta si ferma a rimettere a posto il cartello che il vento aveva girato dall’altra parte. Una voce squillante le grida dietro: «La vendi proprio la tua casa...?» Chiarina si volta e vede Virginia ferma nel mezzo della strada con una gonnella rossa fiammante che il vento agita in tutti i sensi.

— Per forza, cosa vuoi che faccia? Giuseppe non mi lascia tregua, cerca sempre la sua parte. E i Firmiani fanno già tanto per noi!

— Anch’io abbandono il Vitello bianco. Sono stanca di servire.

— La padrona è buona però.

— Ma è padrona. Mi secca.

— Io amo la signora Firmiani.

Virginia crollò le spalle con atto sprezzante. Dopo una pausa soggiunse, abbassando con vezzo civettuolo quei suoi grandi occhi dove lucevano tutte le cupidigie.