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una famigliuola più felice? Per questo erano morti.
Con uno scoppio di pianto Chiarina esce sulla loggia lasciandosi cadere contro il parapetto, presso al tronco della glicine che abbraccia e stringe come persona viva, appoggiando la guancia sui teneri grappoli che sembrano ricambiarle la carezza innondandola di freschi profumi. Tutto lì intorno è per lei come persona viva. Viva la glicine, vivo il garofano, vivo il piccolo sgabello di legno oramai consunto sul quale ella sedeva bambina ad aspettare le formiche che uscivano di sotto ai vasi. Ma i pioppi, sopratutto i pioppi, i cari, vecchi, indimenticabili amici, come la guardano, come le parlano!...
Essi non ignorano nulla. Pronubi al mistero della sua nascita conobbero essi lo svolgersi del tenero amore, poichè dentro le loro fronde vanirono tante dolci parole, tanti progetti d’avvenire. Essi, guardiani della casa, videro entrare le culle infioccate di bianco, videro uscire le bare coperte di nero. Colle loro radici salde al suolo, coi loro rami ogni anno rinnovati e sempre eretti, colle loro foglie palpitanti a guisa d’ali non ridicevano essi