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— E la scuola dove l’hanno portata!
— Ho pensato anche alla scuola facendole erigere un fabbricato apposito. Sei contenta del tuo Giovannino! Via, dammi un bacio ed uno scappellotto.
Tornano abbasso. Giovanni le fa osservare che lo stanzone dove c’erano una volta i telai si può convertire in due graziosi salottini. Se pure (era in vena di umorismo) non preferiva trasformarla in una sala da ballo.
— Sì, per i miei nipoti — dice Chiarina sullo stesso tono.
Prendendo misure e facendo progetti le ore passarono rapidamente.
Quando sì decisero a chiudere di bel nuovo finestre e porta e uscirono fuori il sole piegava già all’orizzonte cingendo la pianura di un’alta fascia porpurea. I pioppi, i bei pioppi ritti e solenni nella luce del crepuscolo li videro allontanarsi e sparire in fondo al prato e perchè Chiarina si era voltata a guardarli essi pure la salutarono coll’accento grave e dolce dell’arrivederci: fiammeggiando di contro al cielo a guisa di ceri accesi.
Fine