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Con uno dei pensieri delicati di cui Giovanni aveva dovizia decise di comperare, prima che venissero messi all’asta, i mobili migliori di casa Firmiani: così Mariuccia si sarebbe ritrovata fra le memorie care di sua famiglia. Il bel salotto col divano di velluto verde, coll'ampia specchiera dalla cornice dorata, coi ritratti, coi ninnoli eleganti migrò tutto intero da via Gesù a via Senato. Giovanni, — disse Mariuccia tutta commossa — non contento di darmi l’avvenire, vuol rendermi anche il mio passato.
Quante corse in quei giorni, quanti ritrovi, quante piacevoli discussioni e grate sorprese! La formichetta che aveva tanti anni prima preparata la sua tana terra terra, paga di potervi mettere una ottomana color cremisi e un tavolino di noce, non si persuadeva ancora di dover andare ad abitare quella bella dimora.
— E non basta — le diceva Giovanni per farla dare in ismanie protestando che non lo avrebbe mai permesso (ma Giovanni rideva perchè era suo il segreto di riuscire in tutto ciò che si metteva in mente di riuscire) — non basta: ti voglio far fare il ritratto in grandezza naturale, che non sarà davvero esorbitante,