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sua fortuna per tornare ad essere l’umile ancella di casa Firmiani, non riusciva sempre a consolarla.

L’appartamento indicato da Giovanni era molto carino, allegro, pieno di sole, con vista di alberi a tutte le finestre. Aveva ancora certe dorature antiche intorno agli stipiti degli usci che diedero a Chiarina l’impressione di un lusso regale e un certo corridoio lungo, affrescato di pampini, che fece uscire Mariuccia in esclamazioni entusiastiche. La portinaia che le accompagnava in quella visita osservò che i bambini vi avrebbero giuocato a meraviglia credendosi sotto un vero pergolato.

— Quali bambini? — disse Chiarina — noi non ne abbiamo.

A questa sortita dei bambini Mariuccia rise di cuore e soggiunse:

— Con bambini o senza è bellissimo. Chi sa come ha fatto Giovanni in mezzo a tante occupazioni a trovare tempo di pensare anche a ciò. È portentoso Giovanni. Portentoso, portentoso!

Ogni elogio dato a suo fratello andava ad accarezzare Chiarina nei più riposti meandri del cuore. Ella ripetè con dolce orgoglio:

— Sì, Giovanni è una perla; una vera