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del Gesù dove Mariuccia li aspettava in preda ad un grande abbattimento. Appena li vide mosse loro incontro, baciò Chiarina piangendo ed a Giovanni tese tutte e due le mani supplichevoli.
— Non ci abbandoni, per carità!
Così pregò la fanciulla nel terrore di quella morte che l’aveva colpita repentinamente, mentre la vita le sorrideva con tutte le illusioni. Volgendosi a Giovanni, ella ubbidiva all’istinto che fa piegare la fragile liana verso l’albero più robusto. Quel compagno dei giuochi infantili a cui non dava più del tu, perché erano stati tanti anni senza vedersi, ma che l’aveva sempre protetta ed amata, le ispirava una fiducia senza limiti.
— Il mio povero Enzo non può fare da sè — replicò la fanciulla agitata e tremante. — Lo aiuterà, nevvero? Resterà con noi?
Giovanni apparve molto turbato per le parole, per le lagrime, per quell’abbandono insolito, e mentre Chiarina calmava la fanciulla con dolci carezze, egli rispose che sperava di potersi meritare tanta fiducia.
Non si staccarono per tutto il giorno. Giovanni sempre con Enzo a dare le disposizioni