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XX.
La morte ancora.
Era un mattino triste della fine di ottobre, Chiarina già vestita e pronta per recarsi in negozio si attardava insolitamente nel tinello tiepido guardando attraverso le tendine, dove un leone rampante spiccava in rosso sulla trama bianca, quel grigio cielo milanese velato di nebbia che l’aveva tanto impressionata al suo primo giungere in città, che la attirava ancora nel suo ritorno autunnale metodico e fedele, riposante a guisa di un velo disteso sopra le cose.
Dal cortile la voce di un manovale che scalpellava il marmo saliva cantando:
Io vorrei che nella luna |