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— Negli articoli è anarchico, non c’è che dire, ma coi socialisti è compagno; frequenta i ritrovi più bassi e affetta di farsi dare del tu dagli operai. Lo guardi bene; gli guardi gli occhi; sembrano le caverne del desiderio. In fondo a idealismi inquieti lo strugge la sete del piacere. Quell’uomo soffre perchè non è ricco, soffre della nostalgia di tutti i godimenti umani e si compiace a stimolare invidie, odii, ribellioni, perchè nella miseria degli altri esalta la propria disperazione.
Il maestro trasalì come tocco da un ferro arroventato. Anche nei suoi occhi passò un guizzo della fiamma cupa che brillava negli occhi di Walter.
— Per me — soggiunse il dottore bonariamente — socialismo o anarchismo intesi a questo modo non sono altro che danza del ventre. Eh? Non le pare giusta la definizione?
— Dottore! dottore! — esclamò madama Cauda gesticolando nel lato opposto della sala — non è vero che il busto è dannoso alla salute oltre che inutile alla bellezza?