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— Hop! Hop! — la salutò Walter entrando.
Ella non si accorse dell’allusione e tutta presa dall’idea che i vicini avevano calunniato quel bravo giovane, non si occupò che di sorridergli amichevolmente per riparare in qualche modo l’ingiustizia degli altri.
C’erano già nel salotto di madama Cauda Chiarina e Giovanni, il dottore con sua moglie, il maestro e alcune persone di fuori. Chiarina, vestita di seta nera, se ne stava molto decorosamente sul divano accanto alla moglie del dottore in stato interessante abbastanza visibile, e poichè erano le due sole donne presenti, discorrevano ha loro intanto che madama Cauda riceveva gli invitati.
Giovanni, che veniva in quella casa per la prima volta, si arrestò a guardare sul marmo del caminetto un oggetto informe appoggiato con cura sopra un tappetino frastagliato.
— È un monolite — disse Walter. — Osservi la scritta dietro il tappetino: «Monolite caduto a Grodno in Lituania nell’anno 1842». La nostra amabile signora Cauda è originale in tutto. I vasetti giapponesi, le statuine di paccotiglia le sembrano gingilli volgari. Un