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fortuna anche, avevano visto crescere i loro guadagni e solamente quando furono in grado di farlo coi conti alla mano salirono il gradino che dal popolo dove erano nati doveva condurli ad una condizione superiore.

Svoltasi per gradi, la loro evoluzione si andava compiendo armonica in tutti i suoi lati, senza urtare e senza ferire alcuno, incosciente e logica come una bella forza della natura che si slancia descrivendo la sua parabola nitida dal punto di partenza al punto di arrivo. Le qualità che erano in loro fin dalla nascita avevano fatto di Giovanni e di Chiarina due trionfatori nella lotta per la vita. Essi si amavano oramai non solo quali fratelli, ma quali soci che hanno un interesse comune e un lungo vincolo di rapporti intellettuali.

L’ora del pasto serale, quell’ora che fin dagli anni lontani della botteguccia di Matteo era sempre stata così dolce al loro affetto, restava ancora la chiusa felice della giornata. Chiarina ricordava volentieri le lunghe attese sulla soglia della botteguccia per udire da lungi il ruotare del biroccio: e la sua inquietudine nella sera memorabile in cui Giovanni era tornato a casa tardi e fradicio d’acqua per essere