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Madama Cauda predicava su tutti gli usci: «Non sono questi i miglioramenti che dovete inseguire e procurare di raggiungere. Studiate l’igiene, praticate la pulizia, siate economi, spendete il vostro denaro in cibi sani e non in cianciafruscole. Se vi cresce una lira mettetela da parte...».
Prediche al vento. Una volta, sopra uno di quegli usci, sorprese una bimba lacera e piagnucolosa che si lagnava di non poter recarsi alla scuola in mancanza di un abito decente; e poichè la madre con grandi sospiri le ebbe parlato di miseria disperata la buona madama Cauda le fece arrivare in casa, oltre ad un corbello pieno di vettovaglie, otto metri di cotonnato forte e di tinta solida per farne due vestitini alla fanciulla. «Uno a dosso e l’altro al fosso» pensava l’eccellente madama Cauda nell’uscire dal negozio di Chiarina col suo involto sotto il braccio. Ma una settimana dopo quale non fu la sua sorpresa vedendo sulla fanciulla la sua stoffa modesta tagliuzzata in una gonna da cima a fondo ricoperta di gale e ornata di vellutini.
— Che avete mai fatto! — ella disse alla madre — dove sono i due abiti pratici che dovevate cucire per vostra figlia?