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— Oh! tu che pretendi? Forse ti credi ricca col tuo centesimo? Guardalo il tuo centesimo come vola!
Con un rapido colpo sotto la mano della sorella il cattivo ragazzo fece saltare in aria la minuscola monetina e poi, felice di tanta prodezza, si diede a correre in direzione del villaggio per spendervi subito il suo soldo, l’unico che valesse qualche cosa.
Il piccolo Giovanni, mortificato, stringeva nel pugno il soldo fuori corso. Fu ancora Chiarina che lo consolò dicendogli che Matteo lo strambo lo avrebbe forse preso per farne una spilla cambiandolo con uno buono.
— Mi lasci andare subito a portarglielo?
Chiarina consultò il cielo che non era ancora fosco, guardò i lumi accesi del villaggio, e pensando che Matteo lo strambo abitava nelle prime case proprio dirimpetto alla villa dei signori Firmiani, non volle negargli questa soddisfazione. Ella intanto si pose a cercare fra la polvere il centesimino lucente.
Colui che nel villaggio chiamavano Matteo lo strambo, era uno sciancatello dall’età incerta, gobbo, con un viso giallo affilato e due occhi straordinariamente lucenti.