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una settimana. Suo marito era morto nel viaggio di nozze «Appena vidi il sol che ne fui priva», diceva madama Cauda che aveva un debole per le frasi ricercate.

In mezzo alle sue occupazioni monotone e sotto il giogo ferreo che le imponeva il negozio fu un raggio di sole per Chiarina la visita che le fece Mariuccia in una fredda domenica di dicembre, sorprendendola ad accendere la piccola stufa di ghisa che accumulava la duplice funzione di riscaldare le camere e di cuocere il modesto desinare.

Mariuccia indossava quel giorno un abito di drappo color tortora, una giacca di lontra e un tocco di velluto nero; nè a Chiarina sfuggì il sottile profumo che emanava da un mazzolino di violette seminascosto nel suo manicotto. Ella sedette con aria indifferente sull’ottomana nuova e Chiarina si accorse solamente allora che il pavonazzo era un colore antipatico, di cattivo gusto, di pessimo effetto in una camera così modesta. Era stata tanto felice, tempo addietro, pensando al momento in cui Mariuccia l’avrebbe veduta quell’ottomana ed ora faceva il possibile per nasconderla a’ suoi sguardi.