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Chiarina pensava che effetto avrebbe fatto quell’ottomana ai signori Firmiani: certo che a lei, nella sua ignoranza, sembrava molto bella e fu un poco stupita di udire Giovanni che diceva con fare dubbioso:

— Potrebbe essere meglio.

Temette per un istante che non se ne facesse nulla, ma infine Giovanni si decise e la questione venne portata sul prezzo.

— Restino serviti — fece a questo punto con premura il tabaccaio guidandoli verso lo stanzone ed obbligandoli, quasi per forza a sedere a una tavola appartata — non mi faranno il torto di rifiutare una bottiglia.

Chiarina si sentì subito presa alla gola dal fumo di pipa che ammorbava l’aria, ma non fece osservazioni e sedette accanto al muro ritta e composta come era suo costume. Era d’altra parte così compresa dell'importanza dell’acquisto e vedeva già così bene l’ottomana a suo posto, circondata dalle quattro sedie uguali, che ben poco interesse le rimaneva per il resto: senonchè proprio dirimpetto a lei la lavorante in nastri col suo uomo ridevano a voce tanto alta da richiamare per forza la sua attenzione. Sollevò gli occhi e li guardò pensando: Chi