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Gigia non si commosse neanche per ciò, ma la piccina al suo fianco tese istintivamente i suoi braccini e Chiarina, affrettandosi a raccoglierli per tutti i lati della ringhiera frenava a stento le lagrime.
Era per il fatto della calda stagione che quella finestra schiudendosi aveva rivelato parte del suo mistero; pure ripensandoci Chiarina si ricordava di avere udito molte volte durante l’inverno oltre la parete de’ suoi vicini lunghi pianti infantili. Da quel giorno stette attenta.
Una buona parola, una carezza, un dolce le procacciarono ben presto la confidenza di Gigia; ma era la madre che voleva vedere e finalmente la vide. Era una donna ancor giovane con una foresta di capelli arruffati, gli occhi protervi, la bocca sensuale, che fece subito a Chiarina una pessima impressione; tuttavia, resa cauta dal suo fine intuito femminile seppe accostarla senza suscitar diffidenze.
— È ammalata questa poverina? — incominciò a dire.