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— Appunto — interruppe Chiarina tentando di procacciarsi un varco tra le spalle della portinaia e lo stipite dell’uscio — non sono affari nostri.
Ma la portinaia che non aveva finito di vuotare il sacco tenne duro coi gomiti appoggiati al muro:
— E quell’altra cosa crede che sia? Ridono tutti delle sue arie di dama e del titolo nobilesco che si dà e della sua pretesa vedovanza. Lei è ben venuta a stare in questo quartiere lontano colla speranza che nes-suno sapesse mai nulla del suo passato, ma il diavolo che fa le pignatte dimentica qualche volta i coperchi. Le dico che è una commedia a starla a sentire quando narra di essere nata con cavalli e carrozze, e questo è vero perché suo padre faceva il vetturale; ma si conosce benissimo la sua storia che non è proprio storia sacra, e se trovò il babbeo da spelacchiare fortunata lei...
Un avventore che poneva la mano nel cesto della cicoria fece rimuovere l’ostacolo che barricava a Chiarina l’uscita. Ella giunse in negozio turbata da tutte quelle ciarle. La sua immaginazione casta. rinchiusa in un piccolo