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— Oh! — rispose Giovanni che la sapeva lunga — avranno certo, un’altra scala per i servizi.
Erano davanti all’uscio, dove una targhetta di porcellana recava stampato: Firmiani. Chiarina lesse e rilesse quel nome intanto che Giovanni suonava il campanello, e quasi subito apriva l’uscio una donnetta di mezza età con un grembiule bianco rizzato a pettorina fin sotto le spalle.
Attraversarono, senza vederla, una vasta anticamera fuori di moda, con pochi mobili scompagnati e senza pretesa che potevano rammentare l’arredamento della Villa; ma il salotto nel quale furono intro-dotti li meravigliò entrambi, quantunque sulle prime non potessero scorgerne i particolari, non fosse altro per un grande specchio in cornice dorata posto fra mezzo a due finestre che davano sul giardino e per alcuni imponenti ritratti di grandezza naturale appesi sulla tappezzeria di color rosso cupo. Anche Giovanni, che pure non veniva per la prima volta, non aveva mai visto quel salotto.
La spiegazione era che c’erano visite.
Una signora attempata stava seduta sul divano