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quartiere colla moglie e cinque piccoli bambini; gente modesta e operosa che si alzava di buon mattino, il dottore per correre alla sua condotta, la moglie per accudire a quei cinque bambini e alle faccenduole domestiche, aiutata appena da una ragazzetta del contado, a cui dava dodici lire al mese di stipendio, ma col permesso di portare gli zoccoli. Ella stessa si permetteva solo uscendo di mettere una calzatura rigorosa, per cui usava di tutte le risorse dell’economia per supplire all’abbondanza disastrosa di cinque figliuoli in sei anni di matrimonio; e per questo soleva in casa vestire assai dimessa, con certe casacche molto idonee a nascondere il petto rientrante e l’addome sporgente delle donne logorate nella eccessiva maternità.

Accanto al dottore viveva stretta in sei camere una famiglia numerosa di femmine vecchie e giovani, ma tutte orribilmente brutte e che dormendo a tre a tre trovavano modo di subaffittare la migliore e la più grande delle loro stanze a un giovane giornalista. Vi erano poi sullo stesso pianerottolo due camere separate dove appariva a tratti ora un uomo, ora una donna, e che rimanevano anche chiuse per intere giornate.