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augurio: Alla Pace diceva la scritta sotto a un grande angiolo di carta pesta debitamente verniciato e dorato che teneva con una mano un ramo d’ulivo. Dopo di aver tolte le imposte di legno alla vetrina Giovanni si fermò un istante sulla soglia quasi a prendere possesso anche dell’esterno dei suoi domini. Diede uno sguardo a destra dove l’Arco rizzava le sue quattro colonne di fronte sopra un cielo opaco d’inverno; uno a sinistra dove si slanciava il corso nella linea sinuosa delle sue case piatte senza carattere; il nobile frontone della chiesa di S. Eustorgio lo trattenne un secondo di più ma egli si portò rapidamente oltre al marciapiedi, fin nel mezzo della strada per contemplare in tutta la sua maestà l’angelo dorato che sovrastava al negozio.
Quello era il suo negozio. Già da alcuni giorni vi praticava per riceverne la consegna dalle mani del predecessore; ma solamente da quel mattino, poichè vi si trovava solo, sentiva di essere veramente il padrone. Non turbato dalla vanità lo spirito sanamente orgoglioso Giovanni prendeva dal trionfo quel tanto appena di ebbrezza che occorre per sostenere le forze.