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Giovanni ebbe l’incarico di chiudere la Villa e di portare la chiave a Milano; niente altro.
Ora la maestra pensava che Chiarina in città avrebbe trovato marito e glielo disse, perchè questo è un argomento che piace sempre alle ragazze. Chiarina arrossì molto e rispose che non credeva di maritarsi mai. Ma cambiò subito discorso, come se quell’ordine di idee rompesse una sua particolare armonia interna fatta di sogni malinconici e di dolce rassegnazione.
Prima di partire la maestra la condusse di sopra. Vide così ancora una volta quella che era stata la camera di sua madre e sulla loggia le fu concesso di cogliere colle sue mani l’ultimo garofano della stagione. Da quella loggia ancora contemplò una volta l’ampio fabbricato de’ Firmiani tutto bianco e tutto chiuso.
Tenne fisso lo sguardo a lungo sopra una finestra d’angolo, la camera di Enzo, dove il pallido giovinetto se ne stava a leggere i suoi libri per ore ed ore e lo rivide, vivo, co’ suoi bei capelli castagni, la bocca malinconica, il collo fragrante...